Un quarto di secolo con i Golden

Pensieri e parole. Aneddoti. 

Ho creato questo spazio virtuale di comunicazione eterea per condividere le mie esperienze più significative vissute con – e grazie – ai miei Golden.

Inizio con l’ultima, poiché ancora attuale, anche se la più lunga e la più dolorosa: l’allontanamento dalle Vallegge di Purple, che ancora non ha fatto ritorno a casa…

Vallegge, 21 giugno 2025

Ieri sera mi sono addormentata pensando che oggi saranno sei mesi.
Venerdì 21 dicembre scorso hai bucato con i denti la rete del pascolo, lo hai attraversato e, in una breccia fatta dagli animali del bosco confinante, hai cominciato a inseguire i selvatici con la tua adrenalina di caccia alle stelle!

Hai ritrovato il tuo istinto primordiale e hai perso la via di casa… 

Ti ho aspettata qualche giorno e qualche notte, poi ho capito che non avevi più saputo orientarti per rientrare e che, in una delle valli qui attorno, ti eri persa e vagavi.

Ed io con te, Purple! 

Ti immaginavo in un mare di foglie, di alberi e di “pericoli” . Anonimo e infinito…

Ne ho parlato con Simona, lei con Edi, che ha provato a individuarti con la radioestesia.
Marika, da Latina, ti ha visualizzata in sogno in Val Fontanabuona: questo era ancora da venire, ma si capirà e dimostrerà alcuni giorni più tardi.

Mi hanno parlato di Animal Communicators ed eccomi entrare in un mondo inimmaginabile, venendo in contatto con Maria.
Maria ha voluto una tua foto, il racconto della tua fuga/allontanamento e dei parecchi giorni oramai già trascorsi senza tue notizie, dato che le nostre Vallegge sono circondate da centinaia e centinaia di ettari di soli boschi e luoghi disabitati.

Maria ti contatta. Tu accetti di comunicare con lei.
Sei viva! Sei ancora in mezzo a un bosco, senza alcuna traccia di presenza umana. Sei stanca e affamata, ma viva, Purple. VIVA!

Stai cercando di tornare a casa; senti che ti penso ma temi io sia arrabbiata con te. 

Maria ti rassicura. 

Ti vede alcuni giorni dopo ancora nei boschi: a volte da sola, altre in compagnia di cani selvatici tipo lupoidi.

Nei successivi contatti Maria ti visualizza in mezzo a un bosco, nei pressi di una casetta con il tetto spiovente, in compagnia di un cane scuro.
Due giorni dopo, su una strada carrozzabile: hai davanti a te un grande prato ben curato, con giare molto grandi e, in fondo, una villa bianca in stile liberty. In lontananza tanta, tanta acqua. Come fosse il mare…

Certo, Purple! Stai scendendo la Val d’Aveto verso Chiavari.
Partita alla tua ricerca con Simona, abbiamo identificato il posto dove, nemmeno 24 ore prima, tu eri stata: Villa Jesi, detta la Villa delle Giare

Un sentiero scende dal bosco e arriva proprio lì, dal Lago di Giacopiane (la casetta/rifugio in mezzo al bosco col tetto spiovente e il cane nero della guardia del rifugio…).

Maria ti ha suggerito di continuare la carrabile per incontrare persone che avrebbero potuto aiutarti con cibo e farti identificare, per ricondurti alle Vallegge.
Così scendi verso Borzonasca, Carasco e da qui entri in Val Fontanabuona (il sogno di Marika…).

In quei giorni Maria ti visualizza in una casa privata, in un gruppo di case a schiera con un giardinetto davanti. Una coppia ti ha trattenuta per quasi tre settimane, dandoti cibo e una “tana” calda mentre fuori faceva freddo e pioveva tutti i giorni: era gennaio/febbraio. 

Alle Vallegge aveva nevicato, Purple…

Ma la tua voglia di libertà e di tornare da noi ti ha fatto cogliere l’occasione per fuggire e hai ripreso il tuo cammino.

Seguendo le indicazioni di Maria ho perlustrato – sempre con Simona – tutta la Val Fontanabuona, attaccando locandine e parlando di te con le persone.
Maria però, nel frattempo, ti sentiva sfiduciata nei confronti degli umani che ti avevano trattenuta: tu pensavi ti avrebbero portata in auto a casa, alle Vallegge! 

Così, quando ne hai incontrato altri, sei fuggita, rendendo ancora più difficile il contatto con te e darti aiuto.

L’ultima traccia di te, dove “occhi umani” ti hanno vista e mi hanno avvisata, è stata in Alta Val Trebbia, la valle di casa, a una ventina di chilometri da qui. 

Poi hai ripreso la via dei monti e, per ciò che mostri a Maria, per ora è tornato difficile individuarti.

Saperti però viva, sentirti cibarti di prede da te stessa cacciate, sicura delle tue capacità autonome, tranquilla e appagata per ciò che stai vivendo, mi ha fatto desiderare di essere lì con te, a condividere questo tuo viaggio unico e selvaggio, piuttosto che aspettarti qui a casa!

Dopotutto, anche io sono “scappata” vent’anni fa da una vita cosiddetta normale, per costruire la mia piccola azienda agricola e il mio mondo in mezzo a un bosco. Come una selvaggia, seguendo la mia ancestralità di umana contadina e allevatrice.

L’esperienza che Maria, con la sua capacità telepatica, mi ha portata a vivere è una delle più intime e profonde che si possano sperimentare.
Oltre a sapere di te, comunicare con te, Purple, avere tue notizie e confermarti viva, mi ha offerto la possibilità di entrare in contatto con una parte di me di cui non avevo mai preso coscienza fino in fondo, e che da sola non sarei riuscita a trovare.

Devo moltissimo a Maria, alla sua calma e dolcezza nel porsi con me in attesa, rassicurandomi, soprattutto nella disperazione dei primi tempi.

Poi, entrando nel tuo intimo – Purple – nella tua vera Natura, Maria mi ha insegnato ad amarti lasciandoti libera di scegliere, accettando la situazione e le tue decisioni. Io, che ti ho amata per ciò che mi davi, ho imparato ad amarti (e invidiarti un po’…) ogni giorno di più per la tua forza di seguire da sola la tua strada, di restare sempre e comunque fedele a te stessa.

E pochi esseri possono sentirsi così fino in fondo! La “mia” Purple sì, lei – proprio lei – ce la sta facendo! Costi quel che costi. A lei e a me.

Io comunque continuo a cercarti, a sognare di poterti stringere così forte da diventare, anche nell’abbraccio, un’entità unica.

Grazie Purple. Grazie Maria.

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